Ernesto Maria Piovella
1867
1949
Arcivescovo di Cagliari
-
Caricamento in corso…
Ernesto Maria Piovella
INDICAZIONI
Le coordinate della tomba sono: Latitudine: 39.210837696057524, Longitudine: 9.124596463684838
INDICAZIONIGENITORI
FRATELLI E SORELLE
CONIUGI
FIGLI
Nel 1886, poiché vent’anni prima una legge dello stato aveva definitivamente abolito il diritto di sepoltura all’interno dei luoghi di culto urbani anche per gli ecclesiastici, e quindi si era dovuto rinunciare all’antichissimo uso di seppellire i presuli cagliaritani nella speciale cripta loro riservata in cattedrale, l’arcivescovo Vincenzo Gregorio Berchialla decise di far costruire una cappella in cui collocare le tombe per se stesso e i successori, addossata al muro sinistro della cappella cimiteriale, nel camposanto di Bonaria.
Il sarcofago coperto da un drappo anch’esso marmoreo che ne adorna la parete di fondo fu eseguito nel 1887 da Giuseppe Sartorio.
Qui, in una serie di loculi disposti lungo la parete destra, sono stati deposti gli arcivescovi Vincenzo Gregorio Berchialla († 1892), Paolo Maria Serci Serra († 1900), Pietro Balestra († 1912), Ernesto Maria Piovella († 1949), Giuseppe Bonfiglioli († 1984) e Igino Maria Serci († 1938), vescovo di Ozieri, nipote dell’omonimo arcivescovo.
Le salme degli arcivescovi Serci Serra e Piovella, tuttavia, furono successivamente traslate in cattedrale.
Di speciale rilevanza, per la storia dell’arcidiocesi di Cagliari, è stata la figura dell’arcivescovo Ernesto Maria Piovella. Nato a Milano il 29 ottobre 1867, maturò presto la vocazione al sacerdozio e nel corso della sua formazione seminaristica ebbe a maestro, tra gli altri, anche monsignor Achille Ratti, il futuro Pio XI.
Celebrata la Prima messa il 12 giugno 1892, fu rettore parrocchiale e direttore di seminario.
Nel 1906 si trasferì a Ravenna, come segretario del conterraneo monsignor Pasquale Morganti, che era stato eletto vescovo di quella sede. Dopo appena 8 mesi, tuttavia, il 15 aprile 1907 papa Pio X lo preconizzò vescovo di Alghero.
A lui, che aveva scelto di entrare tra gli Oblati di Rho, cioè tra quei sacerdoti milanesi che si assumevano lo speciale incarico di dedicarsi alle missioni popolari, all’atto della nomina il pontefice disse: “Siete missionario: ebbene, andate in Sardegna a fare il missionario vestito da vescovo”.
Effettivamente, in quell’inizio di secolo, l’isola si trovava attanagliata da una gravissima crisi sociale e aveva davvero bisogno si speciali e urgentissime provvidenze. Sono del 1904 i moti operai di Buggerru e del 1906 il “maggio rosso” cagliaritano, entrambi purtroppo repressi nel sangue.
Nella bontà d’animo e nella carità del Piovella, quindi, il pontefice vedeva le possibili interpreti della propria sollecitudine nei confronti di una popolazione angariata, e a vantaggio della quale la Rerum novarum di papa Leone XIII, dedicata alla soluzione delle gravissime ingiustizie che allora caratterizzavano il mondo del lavoro, era rimasta lettera morta. Di qui le parole durissime del nuovo vescovo di Alghero, affidate a una lettera pastorale del 1908, scritta a pochi mesi dall’ingresso in diocesi: «So che ci sono dipendenti oppressi da qualche miserabile che li bistratta; so che ci sono degli usurai che abusano delle tristi contingenze in cui si trovano certi poveretti, esigendo, cose orribili a dirsi, fino al settantacinque per cento; so che ci sono di quegli speculatori che se potessero trarre dai lavoratori il midollo lo farebbero, ed altre cose brutte so; ebbene, il Vescovo protesta contro queste iniquità che sono contro il Vangelo (…) e si appella allo zelo dei sacerdoti perché promuovano, a seconda dei bisogni locali, qualcuna delle molte istituzioni di vita sociale».
E di qui, da parte sua, la creazione di società operaie e l’organizzazione di sindacati cattolici, al fine di affrontare pragmaticamente e con efficienza tutta lombarda le drammatiche emergenze allora in atto.
Nei sette anni della sua permanenza nella cittadina catalana Piovella diede vita a un’instancabile e intensa azione pastorale, che si concretizzò nel riordino della Curia, dei suoi uffici amministrativi e della sua situazione finanziaria; nel concertare con il clero i modi di governo della diocesi, celebrando allo scopo un sinodo; nel dare nuovo impulso al seminario, restaurare la cattedrale e le altre chiese, curare lo splendore della liturgia e della musica sacra; ma soprattutto nel dedicarsi all’educazione religiosa e morale dei giovani, creando per loro in ogni parrocchia la Congregazione della Dottrina Cristiana, che si occupava dell’attività catechistica, e al tempo stesso spazi ricreativi e altre forme associative per vivere il tempo libero e maturare la crescita cristiana, quali l’Azione cattolica, le Congregazioni mariane, gli Esploratori cattolici.
Tale schema pastorale, in seguito, Piovella tornò ad applicare nelle sue nuove sedi di Oristano, alla quale fu destinato dal 1914 al 1920, e infine di Cagliari, che occupò per i rimanenti ventinove anni della sua vita.
Scoppiò intanto la prima Guerra mondiale e Oristano vi si trovò coinvolta come nelle immediate retrovie, essendo sede del campo di addestramento delle reclute sarde. A questi giovani il vescovo si dedicò totalmente con attenzioni, consigli, aiuti di ogni sorta.
Attraverso questa e altre simili iniziative, per l’epoca del tutto originali e coraggiose, egli «intese raggiungere l’uomo, nella sua interezza, anima e corpo, che è quanto dire nella sua “povertà” esistenziale, con i suoi tanti problemi, ai quali sentiva di dover dare non una risposta teorica, bensì una concreta soluzione» (Ottorino Pietro Alberti).
Fu questo suo bisogno di farsi fratello dell’uomo, di ogni uomo, il motivo dell’ammirazione che gli fu sempre tributata e dell’affettuosa popolarità di cui sempre godette, ben testimoniate dalla pubblicistica dell’epoca.
Né si risparmiò, benché ormai avanti negli anni, per soccorrere personalmente gli infiniti bisogni di Cagliari e della sua popolazione, quando a partire dal febbraio 1943 furono violentemente investite dal ciclone della seconda Guerra mondiale, con i bombardamenti alleati che quasi rasero al suolo l’intera città.
Piovella in ogni modo cercò di essere utile a ciascuno, organizzando perfino un servizio di comunicazione tra soldati, sfollati e le rispettive famiglie, in cui fu direttamente coinvolta l’intera capillare organizzazione della Chiesa sarda, a partire dagli alunni del grande seminario regionale di Cuglieri, di cui egli stesso aveva ottenuto l’istituzione, nel 1927, dal suo antico professore divenuto frattanto papa.
La morte dell’arcivescovo Piovella, avvenuta a Cagliari il 18 febbraio 1949, fu quella di un santo e come tale egli fu subito acclamato dai cagliaritani, allora impegnati nella difficile opera della ricostruzione materiale e morale della loro città.
Per questo, il 18 febbraio 1965, la sua salma è stata solennemente traslata in cattedrale, per essere composta in quella cappella della Sacra Spina che lui stesso aveva fatto realizzare nel 1933, in occasione del Giubileo straordinario della Redenzione, per custodire la reliquia più insigne conservata in diocesi.
A Bonaria rimane il solo loculo vuoto, chiuso dalla lastra funeraria originale:
ERNESTVS MARIA PIOVELLA
MEDIOLANI ORTVS
ANNOS XXIX ARCHIEPISCOPVS CALARITANVS
ALGHERENSI RECTIS ET ARBORENSI SEDIBVS
TOTAQVE FERE INSVLA APOSTOLICE PEREGRATA
IN SS(ANCTISSIMAM). EVCHARESTIAM ET B(EATAM). V(IRGINEM). MARIAM PIETATE FRAGRANS
VERBI DEI PRAEDICATIONE ANIMARVMQVE ZELO PRAEFVLGENS
ANIMI LENITATE BONI PASTORIS FORMAN IMITATVS
OBIIT XII KALENDAS MARTIAS A(NNO). D(OMINI). MCMXLIX
ANNOS NATVS LXXXII
Ernesto Maria Piovella, nato a Milano, per 29 anni arcivescovo di Cagliari, dopo aver retto le sedi di Alghero e Oristano e percorso in visita pastorale quasi l’intera Sardegna, ardendo d’amore verso la santissima Eucarestia e la Beata Vergine Maria, rifulgendo nella predicazione della parola di Dio e nello zelo per la salvezza delle anime, fattosi imitatore del Buon Pastore per mitezza dell’animo, morì il 18 febbraio dell’anno del Signore 1949, a 82 anni d’età.
Sulla tomba di monsignor Piovella, del quale è in corso il processo di beatificazione, ebbe origine un interessante fenomeno di epigrafia spontanea a carattere devozionale: «Ben presto il marmo e il muro furono costellati da invocazioni di grazie le più disparate, che ancora oggi sono visibili. Per il popolo mons. Piovella era ed è un Santo!» (Luigi Cerchi).
Ernesto Maria Piovella (1867-1949), Archbishop of Cagliari
In 1886, since 20 years earlier previously a State law had definitively abolished the right of burial in and around city churches for members of the clergy too, and thus the ancient custom of burying the churchmen of Cagliari in a reserved crypt in the cathedral had to be abandoned, Archbishop Vincenzo Gregorio Berchialla ordered construction of a mausoleum for his and his successors’ tombs, set against the left wall of the Bonaria cemetery chapel.
The marble sarcophagus covered by marble drapery, located on the back wall, was created in 1887 by Giuseppe Sartorio.
The mausoleum has several burial niches set along the right-hand wall, which housed the remains of Archbishops Vincenzo Gregorio Berchialla († 1892), Paolo Maria Serci Serra († 1900), Pietro Balestra († 1912), Ernesto Maria Piovella († 1949), Giuseppe Bonfiglioli († 1984) and Igino Maria Serci († 1938), Bishop of Ozieri, nephew of the Archbishop of the same name.
However, the bodies of Archbishops Serci, Serra and Piovella were subsequently moved to the Cathedral.
Especially worthy of note, for the history of the archdiocese of Cagliari, was the figure of Archbishop Ernesto Maria Piovella. Born in Milan on 29 October 1867, he early on showed a desire to become a priest and during his training in the seminary he had as preceptor among others also Monsignor Achille Ratti, the future Pope Pius XI.
He celebrated his first mass on 12 June 1892, and was rector of the parish and director of the seminary.
In 1906 he moved to Ravenna, as secretary to his fellow Sardinian Monsignor Pasquale Morganti, who had been elected Bishop of that see. After scarcely 8 months, however, on 15 April 1907, Pope Pius X appointed him Bishop of Alghero.
As Piovella had chosen to join the Oblates of Rho, priests in Milan devoted to popular missionary preaching, when appointing him the Pope told him: “Since you are a missionary, go to Sardinia and fulfil your mission as a Bishop”.
Indeed, in the early years of the 20th century, the island was experiencing deep social unrest and needed special and urgent help. The most tragic episodes were the miners’ protest at Buggerru in 1904 and the workers’ protests in May 1906 in Cagliari, both events unfortunately repressed with bloodshed.
Thus the Pope saw Piovella as the right man, on account of his kind heart and charity, to provide care to the downtrodden, whose plight had been addressed by the Rerum Novarum of Pope Leo XIII, who had condemned, in vain, the unfair exploitation of the working classes. Hence the harsh words of the new Bishop of Alghero, set out in a pastoral letter of 1908, written just a few months after being instated in the diocese: ‘I know that there are workers oppressed by despicable people who treat them harshly; I know that there are usurers who take advantage of the tragic circumstances of the poor folk, charging – dreadfully – up to 75% in interest; I know that there are speculators who exploit workers to the marrow, and I know many other awful things. I, the Bishop, protest against these iniquities which are against the Scriptures (…) and I appeal to the zeal of the priests to promote, according to local needs, appropriate relief institutions’.
Thus, Piovella supported the creation of workers’ societies and the organisation of Catholic trade unions, to lighten, with his northerner’s practicality and efficiency the burden of the dramatic emergencies of the times.
In his seven years in Alghero, Monsignor Piovella pursued untiring and intense pastoral work: he reorganised the diocese, its administrative offices and its financial situation; he held a synod with the district’s clergy to rearrange governance; he boosted the activity of the seminary, restored the cathedral and other churches, enhanced the majesty of the liturgy and sacred music. Above all he focused on the moral and religious education of the young, creating in each parish the Congregation of Christian Doctrine, which handled religious education, but also provided recreational spaces and activities, organised by associations Azione cattolica, the Marian Congregations and the Catholic Scouts.
Subsequently, Piovella applied his pastoral approach in his new see of Oristano, where he was transferred from 1914 to 1920, and finally in that of Cagliari, which he occupied for the remaining 29 years of his life.
In the meantime, World War I had broken out and the city of Oristano was involved in the effort as a training camp for Sardinian recruits. The Bishop provided these young men with support, advice and help of all kinds.
Through these and other similar initiatives, quite original and innovative for those times, he ‘wanted to reach out to people, addressing their material and spiritual needs, their existential ‘poverty’ with its many problems, to which he felt a duty to provide not a theoretical answer, but rather a concrete solution’ (Ottorino Pietro Alberti).
His need to become a brother of human beings, of each individual, won him widespread admiration and affection by the people, well documented by the many articles written about him at the time.
In his later years, during World War II, he provided aid to the great needs of Cagliari and its population when, starting from February 1943 the city was targeted by heavy allied bombing raids which almost razed to the ground the whole city.
Piovella made great efforts to provide support, including by organising a communication service between the soldiers, refugees and their families, by relying on the widespread network of the Sardinian Church, including the pupils of the regional seminary of Cuglieri, established thanks to his efforts in 1927 by his former teacher, who in the meantime had become Pope.
The death of Archbishop Piovella on 18 February 1949 was that of a Saint and as such he was immediately acclaimed by the inhabitants of the city, still engaged in the arduous material and moral reconstruction of their city.
For this reason, on 18 February 1965 his body was solemnly transferred to the Cathedral, to be laid in the chapel of the Holy Thorn which he himself had had created in 1933, at the time of the extraordinary Jubilee of the Redemption, to house the most holy reliquary kept in the diocese.
At Bonaria, only the empty niche remains, sealed by the original funeral slab:
ERNESTVS MARIA PIOVELLA
MEDIOLANI ORTVS
ANNOS XXIX ARCHIEPISCOPVS CALARITANVS
ALGHERENSI RECTIS ET ARBORENSI SEDIBVS
TOTAQVE FERE INSVLA APOSTOLICE PEREGRATA
IN SS(ANCTISSIMAM). EVCHARESTIAM ET B(EATAM). V(IRGINEM). MARIAM PIETATE FRAGRANS
VERBI DEI PRAEDICATIONE ANIMARVMQVE ZELO PRAEFVLGENS
ANIMI LENITATE BONI PASTORIS FORMAN IMITATVS
OBIIT XII KALENDAS MARTIAS A(NNO). D(OMINI). MCMXLIX
ANNOS NATVS LXXXII
Ernesto Maria Piovella, born in Milan, for 29 years Archbishop of Cagliari, after holding the sees of Alghero and Oristano and making pastoral visits throughout Sardinia, with ardent love for the Holy Eucharist and the Blessed Virgin Maria, excelling in the preaching of the word of the Lord and in his zeal for the saving of souls, imitating the Good Shepherd in his meekness of soul, died on 18 February in the year of Our Lord 1949 at the age of 82.
On the tomb of Monsignor Piovella, whose beatification is in progress, many faithful soon started writing devotional epigraphs: ‘Soon the marble and the wall were covered by various invocations of grace, still today visible. For the people, Mons. Piovella was and is a Saint!’ (Luigi Cerchi).
Ernestu Maria Piovella (1867-1949), arciobispu de Casteddu
In su 1886, ca bint’annus innantis una lei de su Stadu hiat definitivamenti aboliu su dirittu de interru aintru de is cresias urbanas fintzas po is eclesiasticus, e po custu no si fiat potziu sighiri a interrai is munsennoris casteddaius in sa grandu tumba scavada asutta de sa Seu, riservada po issus giai de duus seculus e prusu, s’arciobispu Vincentzu Gregoriu Berchialla hiat detzìdiu de fabricai una capella aundi ponni is tumbas po issu etotu e is sutzessoris suus, acostàda a su muru a manu manca de sa capella cimiteriali, in su campusantu de Bonaria.
Su sarcofagu imbussau de unu drappu, issu etotu marmoreu, chi nd’adornat su muru de fundu, est stetiu traballau in su 1887 de Giuseppi Sartorio.
Innoi aintrus, in d-unus cantu tumbinus ordinaus longu su muru a manu deretta, funti stetius tumulaus is arciobispus Vincentzu Gregoriu Berchialla († 1892), Paulu Maria Serci Serra († 1900), Pedru Balestra († 1912), Ernestu Maria Piovella († 1949), Giuseppi Bonfiglioli († 1984) e Iginu Maria Serci († 1938), obispu de Otzieri, nebodi de s’omonimu arciobispu.
Is ossus de is arciobispus Serci Serra e Piovella, de donnia manera, apusti funti stetius portaus in sa Seu.
De spectziali rilevantzia, po sa storia de s’arcidiocesi de Casteddu, est stetia sa figura de s’arciobispu Ernestu Maria Piovella. Nasciu a Milanu su 29 de su mes’e ladamini de su 1867, hat intendiu leugus sa vocatzioni a su sacerdotziu e in s’interis chi fiat studiendi in seminariu hat tentu po maistru, impari a is atrus, fintzas a su munsennori Achille Ratti, su chi hada a diventai papa Piu XI.
Apusti d’essi cantau sa Primu missa, su 12 de lampadas de su 1892, est stetiu arretori parrochiali e diretori de seminariu.
In su 1906 s’e’ trasferiu a Ravenna, cumenti segretariu de su paesanu suu munsennori Pasquali Morganti, chi fiat stetiu eligiu obispu de cussa sedi. Apusti de 8 meses sceti, de donnia manera, su 15 de abrili de su 1907 papa Piu X nd’hiat publicau sa nomina a obispu de Algheru.
Sigumenti Piovella hiada eligiu de intrai a fai parti de is Oblaus de Rho, est a nai de cussus sacerdotis milanesus chi si pigànta s’incarrigu spetziali de si dedicai a is missionis popularis, a s’autu de sa nomina su pontifici dd’hat nau: “Bosu seis missionariu: ellus, andei in Sardigna a fai su missionariu bistiu de obispu”.
E no fiat faula chi, in cuddu incumintzu de seculu, s’isula s’agatàda strinta de una gravissima crisi sotziali e chi teniada abisongiu diaderus de providentzias particularis e urgentis. Funti infatis de su 1904 is avalotus operaius de Buggerru e de su 1906 su “Maiu arrubiu” casteddaiu, s’unu e s’atru a dolu mannu allupaus in su sanguni.
In sa bundadi de animu e in sa caridadi de munsennori Piovella, duncas, su pontifici bieda is possibilis interpretis de su propriu cuidau in is cunfrontus de una populatzioni angariàda, ca s’enciclica Rerum novarum de papa Leoni XIII, dedicàda a sa solutzioni de is arrorosas ingiustitzias chi intzandus s’agattànta in su mundu ’e su traballu, fiada aturràda chene origas chi dd’ascuttèssinti. De innoi is fueddus diaderus tostaus de su nou obispu de Algheru, afidaus a una litra pastorali de su 1908, scritta pagus mesis apusti di essi intrau in diocesi: «Sciu chi s’agàttanta dipendentis oprimius de calincunu miserabili chi ddus angàriada; sciu chi s’agàttanta usureris chi si nd’approfetanta de is tristas cunditzionis de tantis poberus, pretendendi, bregungia chi non fait mancu a dda nai, finas a is settantacincu partis de centu; sciu chi s’agàttanta unus cantu speculadoris chi, si a is traballadoris ndi ddis podessinti sui su moeddu, dd’hiant a fai, e fintzas atras cosas legias sciu; ellus, s’Obispu cundennat custas iniquidadis chi funti contras a su Vangelu (…) e s’apellat a su zelu de is sacerdotis po chi promovant, a segunda de is abisongius localis, calicuna de is tantis istitutzionis de vida sotziali».
E de innoi, po parti sua, sa creatzioni de sotziedadis operaias e s’organizatzioni de sindacaus catolicus, a su fini de afrontai in manera pratica e cun profetosìa totu lombarda is drammaticus apretus de s’ora presenti.
In is seti annus de sa permanentzia cosa sua in sa cittadina catalana, munsennori Piovella hat donau vida a un’incansabili e attenta atzioni pastorali, cumintzàda donendi assettiu a sa Curia, a is uficius aministrativus e a sa situatzioni finantziaria; hat sighiu agattendi, impari cun is predis, is maneras po su guvernu de sa diocesi, cun sa celebratzioni de unu sinodu; donendi prus attentzioni a su seminariu, aconcendi sa cattedrali e is atras cresias, curendi su lustru de sa liturgia e de sa musica sacra; ma mascamenti attendendi a s’educatzioni religiosa e morali de is giovunus, cun sa creatzioni in donnia parrochia de sa Cungregatzioni de sa Dotrina Cristiana, chi s’ocupàda de sa faina catechistica, e a su matessi tempus de logus ricreativus e atras formas de assotziu po bivi su tempus liberu e fai a mannus in su cristianesimu, cumenti s’Atzioni catolica, is Cungregatzionis marianas, is Esploradoris catolicus.
Custu sistema de guvernu pastorali, daboi, munsennori Piovella est torrau a dd’imperai fintzas in is noas sedis suas de Aristanis, aundi est stetiu destinau de su 1914 a su 1920, e a sa fini in cussa de Casteddu, chi hat ocupau po is atrus bintinoi annus de sa vida sua.
Intanti fiat cumintzada sa prima Guerra mundiali e Aristanis nci fiat stetia fichia, si podit nai, cumenti chi s’agattèsidi in is retrovias, sendi sa sedi de su campu de addestramentu de is recrutas sardas. A-i custus giovunus s’obispu s’est dedicau imprenus cun atentzionis, cunsillus, agiudus de donnia sorta.
Po mesu de custa e atras assimbillantis initziativas, po cuss’epoca meda originalis e atrivias, issu «hat bofiu sighiri s’omini, in totu s’essetzia sua, anima e corpus, chi est cantu a nai in sa “poberesa” esistentziali sua, cun totus is problemas suus, chi intendiat de ddis depi donai no un’arrespusta teorica, ma una cuncreta solutzioni» (Ottorinu Pedru Alberti).
Est stetiu custu abisongiu cosa sua de si fai fradi de s’omini, de donnia omini, su motivu de s’amiratzioni chi dd’esti stetia donniora tributada e de s’afetuosa popularidadi chi hat sempiri gosau, beni testimongiadas de is giornalis de s’epoca.
E nemancu s’esti arrispramiau, mancai fessidi oramai ainantis cun is annus, po sucurri personalmenti is infinius abisongius de Casteddu e de sa populatzioni sua, candu, a partiri de su mesi de friargiu de su 1943, s’una e s’atra funti stetias imbistias cun fortza de sa tempesta de sa segunda Guerra mundiali, cun is bombardamentus alleaus chi nd’hianta sciusciau casi totu sa cittadi.
Munsennori Piovella in donnia modu hat circau di essi utili a totus, ponendi in pei fintzas unu servitziu de comunicatzioni intra de is soldaus, is isfollaus e is proprias famillias, incarrighendiddu a s’intera organizatzioni de sa Cresia sarda, presenti in donnia logu, a partiri de is alunnus de su grandu seminariu regionali de Cuglieri, chi issu etotu hiat otenniu chi fessit fundau, in su 1927, de s’antigu professori suu divenniu in su mentris papa.
Sa morti de s’arciobispu Piovella, arribàda a Casteddu su 18 de friargiu de su 1949, est stetia cussa de unu santu e po santu issu est stetiu aclamau luegus de is casteddaius, intzandus impinniaus in sa dificili opera de torrai a ponni in pei, siat materialmenti siat moralmenti, sa cittadi insoru.
Po custu motivu, su 18 de friargiu de su 1965, is ossus cosa sua funti stetius solennementi traslaus in sa Seu, po essi assentaus in cussa capella de sa Sacra Spina chi issu etotu hiat fatu restaurai in su 1933, annu de su Giubileu straordinariu de sa Redentzioni, po ddoi podi allogai sa reliquia prus importanti chi s’agattessit in diocesi.
A Bonaria est abarrau sceti su tumbinu sbuidu, ancora serrau de s’allosa funeraria originali:
ERNESTVS MARIA PIOVELLA
MEDIOLANI ORTVS
ANNOS XXIX ARCHIEPISCOPVS CALARITANVS
ALGHERENSI RECTIS ET ARBORENSI SEDIBVS
TOTAQVE FERE INSVLA APOSTOLICE PEREGRATA
IN SS(ANCTISSIMAM). EVCHARESTIAM ET B(EATAM). V(IRGINEM). MARIAM PIETATE FRAGRANS
VERBI DEI PRAEDICATIONE ANIMARVMQVE ZELO PRAEFVLGENS
ANIMI LENITATE BONI PASTORIS FORMAN IMITATVS
OBIIT XII KALENDAS MARTIAS A(NNO). D(OMINI). MCMXLIX
ANNOS NATVS LXXXII
Ernestu Maria Piovella, nasciu a Milanu, po 29 annus arciobispu de Casteddu, apusti d’essi guvernau is sedis de Algheru e de Aristanis e d’essi percurriu in visita pastorali casi totu sa Sardigna, abruxendi de amori po sa Santissima Eucarestia e po sa Beatissima Virgini Maria, luxendi in sa predicatzioni de su fueddu de Deus e in su cuidau po sa salvatzioni de is animas, sendisi’ fatu imitadori de su Bonu Pastori po sa buntadi de s’animu, est mortu su 18 de friargiu de s’annu de su Senniori 1949, a 82 annus de edadi.
In sa tumba de munsennori Piovella, chi tenit in cursu su processu de beatificatzioni, hat tentu origini un’interessanti manifestatzioni de epigrafia spontanea a carateri devotzionali: «Luegus su marmuri e su muru funti stetius prenus de invocatzionis de gratzias is prus diversas, chi si podinti ligi ancora oindii. Po su populu munsennori Piovella fiada i esti unu Santu!» (Luisu Cherchi).